Dopo un interessante esordio non passato inosservato (Le iene), il trentunenne Tarantino scrive, dirige e interpreta una pellicola epocale nella quale 4 storie si intersecano tra di loro abdicando a linearità cronologica e coerenza di unità narrativa. Evocando fin dal titolo le riviste economiche che negli anni trenta e quaranta proponevano rozze storie criminali stampate spesso su carta scadente, il regista destruttura il linguaggio filmico e le regole di sceneggiatura imbastendo una caotica babilonia destinata a fare scuola. Crossover di generi e differenti cifre di script già evidenti fin dall’abbrivio (violenza splatter, ironia caustica, sapiente utilizzo del dialogo in funzione speculativa) la pellicola cita i b-movies ma nello stesso tempo li reinventa, nobilitandoli con una regia autoriale di sgraziato pregio e in grado di innescare una succulenta bagarre interpretativa tra gli attori, con Travolta e Jackson in stato di innegabile grazia. Acclamato fin dal suo esordio, è meritata Palma d’oro a Cannes e Oscar per la sceneggiatura